Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 30 Luglio, 2018
Nome: 
Claudio Mancini

A.C. 924

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, nel mio intervento mi limiterò a sottoporre all'Aula solo due riflessioni: una politica e una di merito. Quella politica è relativa ai rapporti tra maggioranza ed opposizioni; la seconda, di merito, riguarda il complesso delle norme relative alla materia fiscale, di cui si è discusso per la parte di competenza della Commissione finanze. Lo spesometro, il redditometro, lo split payment ed il rinvio della fatturazione elettronica sono temi su cui il Vicepresidente del Consiglio Di Maio nel suo intervento ha sorvolato, forse perché meno popolari e sentiti di altri argomenti ma che sono, a mio avviso, significativi perché costituiscono un antipasto di quanto ci verrà sottoposto nella prossima manovra di bilancio in materia fiscale.

Tuttavia, parto dalla politica. Ritengo opportuna una riflessione in questa occasione, che è la prima discussione sulle linee generali in Aula di un provvedimento importante che il Governo propone a questo ramo del Parlamento. Alla nascita del Governo si è detto con una certa enfasi: “Nasce la terza Repubblica”, che è un'affermazione impegnativa che non può che riguardare anche il rapporto tra Governo e Parlamento e, dentro il Parlamento, quello tra maggioranza e opposizioni. Premesso che la Repubblica è una sola, fondata sulla Costituzione, è giusto, a mio avviso, parlare di terza fase della vita repubblicana. La prima era fondata su una legge proporzionale in un sistema politico bloccato in cui non c'è stata alternanza al Governo. La centralità del Parlamento è stata anche la camera di compensazione di spinte sociali che non trovavano sintesi nell'azione di governo. La seconda fase della vita della Repubblica, invece, ha avuto al centro l'alternanza di governo: o di qua o di là. Due schieramenti contrapposti che si contendevano la guida del Paese. Voti di fiducia, decretazione e premi di maggioranza. Il pendolo si è oggettivamente spostato verso il Governo, con il Parlamento ridotto a cassa di risonanza dello scontro politico. Noi siamo all'avvio di una legislatura che il Paese si aspetta che sia l'avvio di una terza fase della vita repubblicana. Dobbiamo sapere che i rapporti tra Esecutivo e Parlamento che si definiranno in questo avvio di legislatura influiranno a lungo sulla politica italiana, sulla Costituzione materiale della cosiddetta Terza Repubblica. Siamo, infatti, in un Parlamento eletto con una legge sostanzialmente proporzionale, ma in un sistema aperto alla competizione per il Governo. Oggi in maggioranza ci sono due forze politiche che non si sono presentate alleate alle elezioni, ma è così anche per l'opposizione: ci sono forze diverse all'opposizione e il Governo deve comprenderlo. Non dite “l'opposizione”, dite “le opposizioni”. Dovete riconoscerci. Ogni forza di opposizione in questo Parlamento è portatrice di un diverso punto di vista nel Paese.

Ci dovete riconoscere, perché non potete pensare di occupare tutto il campo facendo sia la maggioranza sia l'opposizione. Abbiamo passato giornate intere in Commissione ad attendere che la maggioranza definisse i propri accordi sugli emendamenti. È legittimo, ma non vi illudete di poter fare tutte le parti in commedia. Non potete far finta che i 5 Stelle fanno le norme sul lavoro, la Lega quelle sul fisco e poi invertite i ruoli e fate anche l'opposizione. Io auspico che non ci sia la fiducia, ma non basta non mettere la fiducia: c'è bisogno che Governo e maggioranza ascoltino, interloquiscano e argomentino anche i “no” alle proposte che vengono dalle diverse opposizioni.

E quando le nostre proposte trovano un consenso reale dentro e fuori il palazzo dovete avere l'umiltà di comprenderle e accettarle. Se oggi volete mettere una prima pietra di questa terza fase di vita della Repubblica dovete fare una scelta di fondo sui rapporti tra Governo e Parlamento, che è una metafora dei rapporti tra la vostra esperienza di governo e il Paese.

C'è preoccupazione tra i cittadini per la torsione autoritaria che deriva dalla vostra azione. Occupazione del potere - e la RAI è l'ultimo esempio - e intimidazione del dissenso. Abbiamo assistito a vere e proprie aggressioni politiche sia al presidente dell'INPS sia a quello della Consob; accondiscendenza verso episodi di razzismo e violenza politica, ogni giorno e in ogni parte del Paese. Noi qui rappresentiamo l'opposizione democratica e percepiamo la preoccupazione di tanta parte dell'opinione pubblica, quella che ha votato per noi ma anche tanti che non ci hanno votato e che vi hanno sostenuto. È una preoccupazione per il futuro delle istituzioni democratiche che non è ridotta dal fatto che i leader del principale movimento che guida la maggioranza, da Casaleggio a Grillo, abbiano recentemente voluto delegittimare il Parlamento. Io non credo che sia casuale.

Questo è il primo provvedimento importante che portate. Al di là del merito delle singole proposte, il comportamento che avrete in queste giornate parlamentari dirà molto della vostra concezione della democrazia. Potete far valere la prepotenza dei numeri che oggi sono a vostro favore. Io penso, però, che sarebbe una scelta infelice e foriera di disgrazia se la farete. Confermereste le preoccupazioni di chi fuori da qui vede nella vostra alleanza un patto di potere sulla pelle delle istituzioni e dei cittadini. La nostra opposizione sarà proporzionata e conseguente alle vostre scelte. E vi prego: abbandonate l'argomento che si sente in continuazione del “ma voi nella scorsa legislatura avete fatto altre scelte”. Ciò che è avvenuto nella scorsa legislatura appartiene a un'altra stagione, a quella Seconda Repubblica in cui i premi di maggioranza alteravano i rapporti parlamentari tra maggioranza ed opposizioni.

Se oggi decidete di procedere da soli, blindando il provvedimento, lo farete privi di un consenso elettorale esplicito alla vostra alleanza di governo. Per quanto brandiate il consenso dei sondaggi per giustificare le vostre scelte, bisogna ricordare che alle elezioni avete preso separatamente circa il 50 per cento dei voti degli italiani: tanti, ma non sufficienti a darvi la possibilità di prescindere dal ruolo delle opposizioni. Poi vedremo tra un anno, alle prossime europee, il reale consenso che avrà questo Governo tra gli italiani. Ma adesso, se sceglierete la strada della prepotenza della maggioranza, la nostra opposizione salirà di tono, oggi in quest'Aula e domani nelle piazze, a partire dal più odioso provvedimento annunciato nel contratto di governo che riguarda la flat tax e la pace fiscale, ovvero meno tasse ai ricchi e condono tombale. Spesometro, redditometro, split payment e rinvio della fatturazione elettronica sono affrontati in questo provvedimento con un'unica direzione di marcia: quella di allentare le politiche di contrasto all'evasione fiscale. Il collega Trano, capogruppo dei 5 Stelle in Commissione finanze, lo ha praticamente detto nel suo intervento e, devo dire, con onestà intellettuale ha espresso tutta l'insofferenza verso i provvedimenti fatti in passato che contrastano l'evasione fiscale.

Non solo, ma sulla fatturazione elettronica tanti esponenti di maggioranza sono intervenuti in Commissione auspicando un ulteriore rinvio della più complessiva fatturazione elettronica che deve partire il 1° gennaio 2019. Su questi aspetti il collega Fragomeli ha bene illustrato la posizione del PD e le ragioni dei nostri emendamenti, che riproponiamo all'Aula. Io voglio ricordare, invece, che domani c'è una scadenza fiscale importante. Temo che vedremo gli effetti dell'annunciato condono fiscale già dal calo delle entrate attese dalla rottamazione delle cartelle. E se la pace fiscale è percepita come l'annuncio di un condono tombale che premia i furbi, cosa dire della flat tax rilanciata ieri dal Vicepresidente Di Maio in un'intervista a un importante quotidiano? Si tratta di un gigantesco imbroglio che premia con certezza solo quello 0,9 per cento degli italiani che hanno un reddito superiore ai 300.000 euro.

Per tutti gli altri si vedrà, dipenderà dalle detrazioni fiscali. L'unica cosa certa è che l'aliquota al 20 per cento per i redditi alti c'è solo in Russia, nei Balcani ed in qualche Paese dell'Est Europa. In tutta l'Europa occidentale è superiore al 40 per cento, in Spagna, in Francia, in Inghilterra, in Germania, nei Paesi Bassi. Negli Stati Uniti il Presidente Trump, tra grandi polemiche, ha abbassato le tasse per i redditi più alti dal 39,5 per cento al 37, e lì la sanità è privata. La flat tax richiederà tagli tra i 50 e i 70 miliardi. Dove li prenderete? Sanità, scuola, pensioni? Perché quelli sono i titoli significativi della spesa pubblica.

In conclusione, Presidente, con questo dibattito e con le votazioni dei prossimi giorni inizia veramente la legislatura. Dopo tre mesi senza far nulla, un mese solo ad occuparvi di organigrammi e nomine, adesso si entra nel merito. Bene se non si mette la fiducia, ma non diteci che non c'è tempo per discutere i nostri emendamenti, che non sono ostruzionistici. Sta alla maggioranza e al Governo decidere che taglio dare al confronto parlamentare, che anticiperà il confronto sulla legge di bilancio. Se non correggerete la rotta, vi attende un autunno difficile in quest'Aula e nel Paese.